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Sistemi di videosorveglianza non segnalati e rischio di sanzioni

L'installazione di un sistema di videosorveglianza non può prescindere dall'obbligo di osservare scrupolosamente le indicazioni del Garante in materia di privacy e trattamento dei dati. In particolare, secondo quanto previsto nelle Linee Guida sul trattamento dei dati tramite dispositivi video del Garante europeo per la protezione dei dati personali, il titolare deve indicare le informazioni più importanti direttamente sul cartello informativo, mentre può fornire le ulteriori informazioni, come gli estremi dell'autorizzazione ottenuta dall'Ispettorato Provinciale del Lavoro, anche attraverso altri mezzi. Inoltre, le suddette linee guida precisano che le informazioni devono essere posizionate in modo tale da permettere all’interessato di riconoscere facilmente il fatto che il titolare sta effettuando una registrazione video, prima che egli acceda alla zona coperta dalla videosorveglianza stessa, in modo che l’interessato possa capire anticipatamente quale sia la zona cop

Videosorveglianza nei condomini, quali sono le regole da seguire

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In un palazzo alcuni condomini vorrebbero installare un sistema di videosorveglianza per sorvegliare meglio la proprietà. Qualcuno, però, è intenzionato ad opporsi perché teme violazioni della privacy. Quali sono le regole per la videosorveglianza in condominio? Le regole per la videosorveglianza in condominio non riguardano soltanto l’aspetto della privacy ma anche quello della maggioranza occorrente in assemblea per poter deliberare i lavori. La legge sancisce che per l’installazione di telecamere occorre un quorum di 50% + 1 dei presenti alla riunione (non importa se presenti personalmente o per delega) e che costituisca almeno la metà del valore del condominio (valore espresso in millesimi, quindi almeno 500 millesimi). La decisione su tale argomento resta comunque limitata ai soli proprietari delle singole unità che lo compongono, unici a restare vincolati anche in tema di esborsi dalle decisioni assunte dall'assemblea. I costi sostenuti per l’installazione e la manutenzione d

Videosorveglianza in Italia: inchiesta sulle telecamere spia della Cina

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Report, la trasmissione di Rai 3 ha indagato sui dispositivi di sorveglianza della società Hikvision usati in moltissimi luoghi anche istituzionali del Paese. I giornalisti di Report hanno eseguito un esperimento con le telecamere che ogni giorno controllano gli ingressi dei dipendenti della Rai. Con Francesco Zorzi, consulente esperto di cybersicurezza, sono penetrati nel sistema di video sorveglianza della Rai per capire cosa accade ai dati catturati dalle telecamere ogni volta che riescono a connettersi alla rete. La scoperta non è stata affatto rassicurante perché le telecamere parlano tra di loro, si inviano i dati e, se connesse a internet, aprono la connessione con un server situato nella regione dove ha sede Hikvision, l’azienda produttrice delle stesse. Inoltre le telecamere Hikvision più tecnologiche utilizzate per il riconoscimento facciale, quelle in dotazione alla Rai, sono dotate di una memoria aggiuntiva con la quale hanno effettuato registrazioni parallele a quelle azie

Sistemi di riconoscimento facciale, nuova moratoria, cosa cambia

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Il Parlamento il 18 novembre 2021 ha approvato un emendamento che ha istituito una moratoria di due anni sui sistemi di riconoscimento facciale. Nel testo si legge che, fino all’entrata in vigore di una disciplina legislativa della materia e comunque non oltre il 31 dicembre 2023, sono sospese le installazioni di impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale in luoghi pubblici o aperti al pubblico, da parte delle autorità pubbliche o di privati.  Il riconoscimento facciale è una tecnologia che utilizza un software per analizzare l’immagine di una persona, dalla quale ne trae un modello matematico che viene poi confrontato con altre immagini per trovare una corrispondenza. L’archivio delle immagini è importante per identificare una persona e viene alimentato dai dati di tutte le persone che camminano per strada, rilevate costantemente dalle telecamere. Di fatto, la moratoria ha introdotto una norma più chiara soprattutto per i privati che non possono più installa

Brevi cenni storici sulla sicurezza

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Sin dai tempi della preistoria l'uomo ha sentito il bisogno di sentirsi protetto e di rendere sicura la propria dimora o i propri luoghi usuali di permanenza. Oggi il concetto di sicurezza non è cambiato di molto e la necessità di proteggersi rimane sempre un tema molto sentito anche nella nostra attuale società. I metodi usati dall'uomo per i fini di sicurezza hanno subìto una lenta ma costante evoluzione nel tempo, tanto che oggi si dispone di sistemi di protezione che un tempo sarebbero stati considerati inimmaginabili. Basti pensare all'evoluzione dei sistemi di videosorveglianza, per mezzo dei quali è possibile vedere, in tempo reale e da ovunque ci si trovi, le immagini della propria abitazione. Basti pensare all'evoluzione dei sistemi antintrusione i quali oggi, permettono di avvisare di un'intrusione indesiderata nella propria abitazione, in maniera totalmente automatica e con la massima affidabilità. Storia dell'antifurto Sappiamo benissimo come i nos

Videosorveglianza sul posto di lavoro

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Quando si parla di videosorveglianza sul posto di lavoro si fa riferimento a due elementi essenziali: la privacy e i diritti dei lavoratori, e quindi alle rispettive normative. In effetti, se da un lato la materia della videosorveglianza ha un impatto immediato sulla privacy tale da domandare l’invocazione del GDPR e dei suoi principi, dall’altro lato occorre invece però fare riferimento anche allo Statuto dei lavoratori. Dall’analisi delle regole dettate da queste due fonti, è possibile avere una visuale completa sugli attori della videosorveglianza in azienda: quali sono i diritti dei lavoratori, quali regole e procedure deve rispettare il datore di lavoro, ma anche di quali diritti egli gode, specialmente quando occorre tutelare la propria azienda. L'articolo 4 comma 1, L300/700 dello statuto dei lavoratori prevede la possibilità per il datore di lavoro di installare un sistema di videosorveglianza per i seguenti fini:   Organizzazione e produzione: ad esempio per la verifica de

Videosorveglianza e privacy

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Quali regole bisogna rispettare per installare un sistema di videosorveglianza? L’installazione di sistemi di videosorveglianza deve avvenire nel rispetto, oltre che della disciplina in materia di protezione dei dati personali, anche delle vigenti norme dell’ordinamento civile e penale in materia di interferenze illecite nella vita privata, o in materia di controllo a distanza dei lavoratori. Va sottolineato, in particolare, che l’attività di videosorveglianza va effettuata nel rispetto del cosiddetto principio di minimizzazione dei dati riguardo alla scelta delle modalità di ripresa e dislocazione e alla gestione delle varie fasi del trattamento. I dati trattati devono comunque essere pertinenti e non eccedenti rispetto alle finalità perseguite. Gli impianti devono cioè essere attivati solo quando altre misure di protezione e/o segnalazione (sistemi d'allarme, altri controlli fisici o logistici, misure di protezione agli ingressi, ecc.) siano realmente insufficienti o inattuabili